Cos’è la decrescita felice?

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Negli ultimi anni si fa un gran parlare di decrescita felice, in questo post cerchiamo di capir di cosa si tratta e quali sono le argomentazioni che i sostenitori portano come motivazione della loro volontà

L’epoca moderna è un’epoca di forti disparità ed in certi casi lo sviluppo ha portato situazioni insostenibili. Non è un mistero che il sistema economico sul quale si basa il mondo è in forte crisi, una crisi che dall’economia si espande ed arriva a coinvolgere ogni aspetto della vita degli uomini sulla Terra.

Siamo abitualmente portati a credere che lo sviluppo ed il progresso abbiano il compito di apportare migliorie allo stile di vita dell’individuo e della società, ma negli ultimi tempi non pochi sono i dubbi sorti a tal proposito.

Un lavoro che, quando c’è, porta via la maggior parte del tempo, i soldi che sono un problema costante e la preoccupazione principale per molte persone portano inevitabilmente a chiedersi se è davvero questo il senso della vita e se è così che va vissuta.

L’alienazione, lo stress, l’ansia e la depressione sono cose terribili ma all’ordine del giorno in questa società frenetica, che spesso sembra avere occhi soltanto per concetti come ricchezza e produttività, tralasciando invece la serenità e la felicità delle persone.

In questo scenario fa capolinea la decrescita felice: un movimento che auspica l ritorno alle origini, una ricchezza diminuita a favore delle riscoperta delle cose semplici che fanno stare bene.

Un ritorno alle origini che coinvolga il cibo e la sua produzione e gli stili di vita, oggi molto lontani dall’essere sostenibili dal punto di vista ambientale.

La decrescita felice non è sinonimo di stop al progresso, alla tecnologia ed alla ricerca: è piuttosto un nuovo indirizzo, che sposta l’attenzione su altro. Secondo i sostenitori della decrescita felice le tecnologie da privilegiare sono quelle che riducono l’impatto ambientale e migliorano la qualità della vita, intesa come accresciuta felicità e serenità.

Il processo, qualora prendesse mai il via, non potrebbe che essere lento e tortuoso: significherebbe cambiare abitudini ed avere aspettative totalmente diverse da quelle che oggi abbiamo.

Lasciare la via del progresso come lo conosciamo, lasciare il sistema economico capitalistico, con tutte le conseguenza che ne deriverebbero: questa l’idea alla base della decrescita felice, un progetto abbastanza utopistico ma in fondo non impossibile da capire: che senso ha essere ricchi e vivere nel benessere,se poi si vive male, in ansia costante?

In un momento storico così delicato non è allora impossibile che questa idea si diffonda e si insinui nelle manti delle persone, in particolare di coloro i quali stanno peggio, sono alla costante ricerca di soldi e lavoro e fanno fatica a vivere, nelle assurde contraddizioni che quotidianamente si presentano.

E tu? Preferisci lavorare tutto il giorno e poi tornare a casa e guardare uno spettacolo in HD o preferiresti zappare la terra per coltivare il tuo cibo ed andare a letto la sera stanco ma soddisfatto?

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